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LETTERA ALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI

Gentilissima ACC,

sono Letterio Strano, praticante giornalista di origini pugliesi. Lavoro per un giornale torinese, ma sono approdato in questo mondo vincendo un concorso lanciato da un detersivo, senza aver frequentato scuole di giornalismo. Ho scarsa conoscenza di termini altisonanti, e i miei articoli risultano spesso... bassisonanti.

Per fare un esempio, quando scrivo la parola "siccome", il correttore automatico di bozze me lo sostituisce con la parola più fine e acculturata "poiché".

Vi prego datemi un consiglio. In cambio vi dedicherò un articolo di cronaca di un colore a vostra scelta fra rosa, nero o bianco.


RISPOSTA:

Caro Strano, fortunato consumatore di prodotti per la pulizia, probabilmente sei colto a tua insaputa.

Nell’esempio in esame, non è che siccome non sia fine, anzi, è fin troppo ricercato. Una contrazione poetica di "Così come", usato anche da Giacomo Leopardi:


"...un mazzolin di rose e di viole,

onde, siccome suole,

ornare ella si appresta

dimani, al dì di festa, il petto e il crine."

(da Il sabato del villaggio)

Ma è poco consono al moderno linguaggio giornalistico, per questo il suggeritore automatico te lo modifica. Si tratta una sottigliezza linguistica irrilevante, non certo di un errore.

Probabilmente la tua scarsa cultura non permette di autolimitarti e finisci per andare oltre, scrivendo inconsapevolmente in maniera addirittura ipercolta rispetto agli standard oggi richiesti.

Credevi di essere una bestia, invece sei un Leopardi…

Marchiori & Marello - ACC