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PENSIERINO DELLA SERA DI NONNA ABEFFARDA

Ebbene sì, lo ammetto: sono sorda e porto gli apparecchi acustici. Quelli ad alta tecnologia, piccoli, confortevoli e quasi invisibili. Non si vedono, ma a volte si sentono. Tu ti aggiusti i capelli, ti tocchi inavvertitamente un orecchio e l’apparecchio emette un fischio, come la valvola della pentola a pressione: la gente intorno a te comincia a guardarsi intorno con aria interrogativa, oppure guarda il cellulare. 

Tuttavia io li consiglio: ti permettono di capire quello che gli altri dicono. Se ti interessa, altrimenti non hai che da spegnerli. 

L’unico inconveniente è che, smemorata come sono, non ricordo mai dove li ho lasciati. L’altro giorno ne avevo perso uno sul divano di un’amica: l’ho visto appena in tempo, prima che suo marito, un omone di 120 chili, ci si sedesse sopra.

Beh, meno male che ci vedo ancora abbastanza bene: se fossi cieca non oso pensare dove potrei mai dimenticare il povero cane-guida…