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SUPERBIA

Superbia deriva dal latino Superbus, parola composta da super (sopra) e bus. Il significato è chiaro: commette peccato di superbia chi è riuscito a prendere al volo il bus e guarda con disprezzo il vecchietto che non ce l’ha fatta e che, piegato in due nel tentativo di riprendere fiato, è rimasto a terra.

Chi nella vita non ha mai commesso peccato di superbia? A parte me, Gandhi e Madre Teresa di Calcutta, credo ben pochi. Persino i monaci tibetani, che predicano l’umiltà e la pace dei sensi, quando camminano sui carboni ardenti mantenendo quel serafico sorrisetto, sembrano dirci: “Io posso farlo-o e tu no-o!”.

L’animale simbolo della superbia è il pavone, che fa la ruota vantandosi con le femmine di essere un gran figo. Si dice infatti che si pavoneggia. Anche di fronte al gallo, che invece galleggia soltanto, e al tacchino, che tacchina le tacchinelle con sonori versi poetici…

pavone

Parenti stretti della superbia sono l’orgoglio e l’alterigia, termini troppo altisonanti e difficili per voi. Non vale la pena sforzarsi per spiegarne il significato a gente che non ha cultura e non è squolata come io.