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IRA

L’ira è un vizio conosciuto sin dall’antichità: nell’Iliade si parla di ira funesta a proposito del pelide Achille (eroe omerico peloso che si irritava per un nonnulla e scatenava guerre che duravano anni) mentre l’ira di Orlando è ampiamente raccontata nell’Orlando Furioso. Secondo le Sacre Scritture, Dio stesso si arrabbia di tanto in tanto, e in questi casi sono cavoli amarissimi: chiude senza preavviso il paradiso terrestre, e manda diluvi universali e invasioni di cavallette. L’Ira di Dio è talmente forte che diventa anche merce di scambio: si dice infatti di alcuni prodotti o servizi che costano l’ira di Dio.

Purtroppo, con il passaggio all’Euro, la l’ira non vale più nulla.

L’ira è un vizio tipicamente maschile: le donne sono soggette alle lacrime e ai lamenti più che all’ira. Una forma più sottile e femminile di ira è la vendetta. Un uomo può avere una sfuriata con la sua signora, e cinque minuti dopo dimenticarsene completamente. Ma lei se ne ricorda per anni e un giorno rinfaccerà tutto: a questo punto lui non capisce nemmeno di che cosa lei stia parlando e si infuria un'altra volta. Proprio da questa differenza tra l'ira maschile, focosa e a rapido esaurimento, e quella femminile, rancorosa e duratura, deriva l’incomunicabilità tra i due sessi.

Ci sono paesi in cui l’ira è nazionale: ad esempio l’Iran e l’Iraq.

Da noi l’ira è punita solo se ha effetti lesivi su persone e cose. Tipico esempio: se un capufficio in preda ad un attacco d’ira lancia un pesante fermacarte di marmo in testa a uno dei suoi sottoposti commette un reato. Se invece ne lancia uno di gommapiuma non è perseguibile per legge. In questo secondo caso si parla di Ira Legale.